Sono
molto antiche le origini del famoso abete sempre verde che lo collocano nelle
feste del Solstizio d’inverno; ovvero il Natale. Il Solstizio d’inverno, è il
momento in cui la divinità maschile muore, per poi rinascere in primavera.
Questo ciclo di morte-nascita, lo si ritrova in moltissime culture, oltre che
in quella cristiana.
L’antenato
del nostro attuale Albero di Natale è l’Albero Solstiziale. L’albero
Solstiziale in moltissimi e diversissimi culti antichi era decorato con
rappresentazioni del Sole. Fu scelto l’abete perché è un albero sempre verde,
che porta speranza nell’animo degli uomini visto che non muore mai, neppure nel
periodo più freddo e difficile dell’anno, legato inoltre alla fertilità e all’abbondanza.
Secondo
la tradizione esoterica, l’albero di natale è l’albero della vita stessa, che
viene quasi sempre illustrato con 7 cerchi di luce che simboleggia l’apertura
dei 7 chakra, la punta a stella sulla sua sommità, rappresenta il chakra della
corona.
L’abete
rosso della famiglia delle pinacee, era considerato un albero sacro
nell’antichità, infatti i Greci e i Romani lo avevano dedicato alla dea della
caccia.
Per
i popoli Scandinavi l’abete era il “protettore della visione lontana” e
permetteva di conoscere in anticipo gli avvenimenti. Lo si considerava infatti,
portatore di energia nuova, poco prima del solstizio, era usanza propiziatoria
recarsi nel bosco per tagliare un abete ed addobbarlo con ghirlande e dolci.
Per
i Celti, questa pianta rappresentava uno strumento di comunicazione tra il
cielo e la terra, favoriva la ricerca interiore e simboleggiava la rinascita,
l’immortalità in quanto sempre verde. Il periodo che gli era dedicato andava
dal 2 gennaio all’11 gennaio.
I
Vichinghi dell’estremo nord dell’Europa per il Solstizio d’Inverno usavano
decorare con frutti un abete rosso poiché credevano fosse in grado di esprimere
poteri magici
I
popoli Germanici, proprio a partire dal solstizio d’inverno, festeggiavano
l’arrivo della stagione fredda piantando un albero con mele, noci, datteri e
fiori di carta e poi bruciavano un ceppo nel focolare per i dodici giorni
consecutivi. Dal modo in cui il ceppo bruciava, si poteva dedurre come sarebbe
stato l’anno successivo: le scintille simboleggiavano i giorni lunghi, la
cenere invece veniva sparsa nei campi come rito propiziatorio.
Il
ceppo natalizio, con le sue scintille, si è oggi tradotto nelle luci
dell’albero e anche nel simbolo della candela che si usa per addobbare strade,
case e alberi. Ancora oggi, nei Paesi nordici, l’albero di Natale è chiamato
“albero di Yule” che significa “ruota” e fa riferimento alla ruota dell’anno
che, dopo il periodo buio “ricominciava a girare” con un nuovo periodo di luce
proprio a partire dal solstizio d’inverno.

Con
l’avvento del cristianesimo l'uso dell'albero di Natale si affermò anche nelle
tradizioni cristiane. A dare all’albero natalizio il suo significato cristiano
è la scena biblica dell’Eden, sviluppata nei “misteri”. Nella notte in cui si
celebra la nascita di colui che, secondo la fede cristiana, ha portato nuova
vita nel mondo, l’albero posto al centro del giardino dell’Eden – simbolo della
caduta dell’umanità – diventa anche l’albero intorno al quale l’umanità ritrova
il perdono. La tradizione germanica si è comunque legata a quella cristiana: le
classiche palline colorate che appendiamo all’albero di Natale traggono origine
da una leggenda legata alla nascita di Gesù. Si narra, infatti, che a Betlemme
ci fosse un artista talmente povero da non potere offrire nulla in dona a Gesù
Bambino; non sapendo come fare, si recò a visitare il neonato e si improvvisò
giocoliere, divertendo il nascituro. Da qui, la tradizione di appendere le
palline colorate, come simbolo della gioia e dello stupore di Gesù Bambino.
La
punta dell’albero di Natale per i cattolici, rappresenta la stella cometa ed è
quindi stata realizzata dritta per ricordare la forma allungata della stella
che guidò i Re Magi e allo stesso tempo per inserirsi perfettamente nella cima
dell’abete.
La
tradizione della punta dritta, in ogni caso, si può già rintracciare
nell’antichità, quando i Greci sventolavano rami con una pigna sulla punta per
onorare la dea Artemide.
Nei
secoli poi si sono sviluppate moltissime leggende e teorie attorno all’albero
di Natale. Secondo alcuni studiosi, per esempio, l’abete fu scelto dai
Cristiani fra tutti gli alberi sempreverdi per la sua forma triangolare, che
rappresenterebbe la Santa Trinità.
Un' altra
leggenda simpatica racconta la storia di un bambino che si era perso in un bosco
alla vigilia di Natale si addormentò sotto un abete. Per proteggerlo dal
freddo, l’abete si piegò fino a racchiudere il bambino tra i suoi rami. La
mattina i compaesani trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l’abete,
tutto ricoperto da cristalli che luccicavano alla luce del sole. In ricordo di
quell’episodio, cominciarono a decorare l’albero di Natale.
L’albero
di natale in Italia.
La
tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina
Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del
Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e
l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo.
L’usanza
di addobbare l’albero l’8 dicembre è legata principalmente alla tradizione cristiana:
in questo giorno si festeggia simbolicamente il concepimento di Gesù (festa
dell’immacolata Concezione), quindi si dà avvio ai preparativi per la sua
nascita, che i cattolici festeggiano appunto il 25 dicembre.
La
festa dell'Immacolata si inserisce infatti nel cammino dell'Avvento, ovvero
delle quattro settimane che precedono il giorno di Natale, un periodo di
riflessione ma anche di gioia in cui ha particolarmente senso trovare uno
spazio per il culto mariano, visto che è proprio Maria Vergine a portare in
grembo Gesù. Essendo un giorno di festa, preparare l’albero è un momento per
riunire tutta la famiglia.
Metti una pallina e una luce tutti i
giorni nell’albero del tuo cuore, non farlo solo una volta all’anno e Natale
sarà tutti i giorni.
Lia